A tutti i follower di Psicologia per Famiglia

Carissimi follower,

Psicologia per Famiglia ha cambiato indirizzo e ha rinnovato il blog!

Chiediamo a tutti gli interessati e ai follower di seguirci su http://psicologiaperfamiglia.blogspot.it/, a destra del blog c’è l’apposito pulsante per unirsi a noi!

Rimangono invariati gli indirizzi per seguirci su Facebook e Twitter!

Grazie e tutti e a presto!

Lascia un commento

Archiviato in UNCATEGORIZED

Dal blog “Come nasce una mamma”

Come gestire un bambino troppo attivo

Sono tantissimi i bambini che vengono considerati troppo attivi, a causa dell’eccessivo movimento, della tendenza a interagire con i compagni in modi troppo vivaci, prendendoli in giro o facendogli dei piccoli o grandi scherzi. Questi comportamenti vengono usati spesso per mettere alla prova il genitore, per vedere dove possono arrivare. Schiaffi, morsi, sono comportamenti che i bambini mettono in atto per vedere che reazioni provocano. Spesso tali comportamenti vengono fatti dai bambini intorno ai due anni, momento nel quale iniziano a costruirsi una sua identità e sentono il bisogno di distinguersi dagli altri, soprattutto dai genitori.

Qualsiasi sia l’età dei bambini, le cose da non fare sono analoghe. È importante ascoltarli, spiegando la non adeguatezza del loro gesto, è importante farlo in modo sereno, ma deciso, guardandoli negli occhi e sedendosi vicino, o magari prendendoli in braccio. La cosa assolutamente da evitare è giudicarli per questi gesti, evitando di dire che “è stato birbone”, ma “ha avuto un comportamento birbone”, in maniera tale che il bambino non si identifichi come un bambino “birbone”, etichetta che una volta attaccata gli potrebbe restare addosso e condizionare i suoi comportamenti futuri rinforzando.

Dr.ssa Eleonora Pellegrini

Lascia un commento

Archiviato in BAMBINI

Formare una coppia: come ci innamoriamo

© Francesca Catastini http://www.francescacatastini.it

© Francesca Catastini
http://www.francescacatastini.it

I motivi che ci spingono ad innamorarci di una persona sono moltissimi: in gioco ci sono dalle molte ragioni apparentemente semplici, a quelle più importanti. Le nostre azioni sono guidate soltanto in parte dalla ragione, ma siamo soggetti  anche a forze irrazionali, collegate a esperienze passate e desideri che spesso vengono dalle nostre esperienze con i nostri genitori e per noi rimangono inconsci. Il nostro ambiente familiare ha molta rilevanza nelle nostre relazioni e di perciò anche nella scelta del partner: una delle motivazioni che spesso ci portano a scegliere il nostro compagno appare correlata al tentativo di affrontare e risolvere i problemi che non sono stati risolti nelle nostre famiglie. Spesso siamo spinti a cercare nel partner le stesse cose a cui siamo abituati nelle nostre famiglie, le cose che sono capaci di infonderci sicurezza: amici simili, lavori simili..

Ma le famiglie di origine entrano non soltanto nella scelta del partner anche nella gestione della relazione: quando due ragazzi si uniscono si è soliti dire che “portano con loro il bagaglio della loro famiglia”, bagaglio che comprende varie cose: dalle diverse idee sui ruoli maschili e femminili, alle regole sui vari temi della quotidianità, bagaglio che per alcune coppie può rappresentare un problema, compromettendo l’acquisizione di un loro “noi”. a ragione possiamo dire che quando due persone si mettono insieme, a far parte della loro unione non sono soltanto i due partner, ma le loro famiglie di origine, cosa che può portare a momenti di particolare difficoltà durante i primi periodi insieme dei partner.

Lascia un commento

Archiviato in COPPIA

“Un promemoria da tuo figlio”

 

Foto di Anne Geddes

Foto di Anne Geddes

Non viziarmi; so benissimo che non dovrei avere tutto quello che chiedo. Voglio solo metterti alla prova.

Non aver paura di essere severo con me; lo preferisco. Questo mi permette di capire in che cosa sono valido.

Non usare la forza con me, altrimenti mi insegneresti che la potenza è tutto quello che conta. Sarò più disponibile ad essere guidato.

Non essere incoerente, sarei sconcertato e costretto a fare ogni sforzo per farla franca tutte le volte che posso.

Non fare promesse; potresti non essere in grado di mantenerle. Questo farebbe diminuire la mia fiducia in te.

Non cedere alle mie provocazioni quando dico e faccio cose solo per imbarazzarti, perché cercherei allora di avere altre vittorie simili.

Non essere troppo turbato quando dico: “Ti odio”. Non intendo dire questo, lo faccio perché tu sia triste per quello che mi hai fatto.

Non farmi sentire più piccolo di quanto non sia: rimedierei comportandomi da più grande di quanto sono.

Non fare per me le cose che posso fare da solo. Questo mi farebbe sentire come un bambino e potrei continuare a tenerti al mio servizio.

Non fare che le mie “cattive abitudini” mi guadagnino molta parte della tua attenzione. Ciò mi incoraggerebbe a continuare con esse.

Non correggermi davanti alla gente. Presterò molta più attenzione se parlerai tranquillamente con me a quattr’occhi.

Non cercare di discutere sul mio comportamento nella foga di un litigio. Ovviamente il mio udito non sarebbe molto buono in quel momento, e la mia collaborazione anche peggiore. È giusto comportarsi come si deve, ma bisogna parlarne con calma.

Non cercare di farmi prediche, saresti sorpreso di vedere come so bene che cosa è giusto e che cosa è sbagliato.

Non farmi sentire che i miei errori sono colpe. Devo imparare a fare errori senza avere la sensazione di non essere onesto.

Non brontolare continuamente. Se lo farai dovrò difendermi facendo finta di essere sordo.

Non pretendere spiegazioni per il mio comportamento scorretto. Davvero, non so perché l’ho fatto.

Non mettere troppo a dura prova la mia sincerità. Vengo facilmente intimorito, tanto da dire bugie.

Non dimenticare che mi piace molto fare esperimenti. Imparo da questi, per cui ti prego di sopportarli.

Non proteggermi dalle conseguenze. Ho bisogno di imparare dall’esperienza.

Non badare troppo alle mie piccole indisposizioni: potrei imparare a godere cattiva salute se questo mi attirasse la tua attenzione.

Non zittirmi quando faccio domande oneste. Se lo farai, smetterò di chiedere e cercherò le mie informazioni altrove.

Non rispondere alle domande “sciocche” o senza senso. Desidero solo tenerti occupato con me.

Non pensare di apparire ridicolo se ti scusi con me. Una scusa leale mi fa sentire sorprendentemente affettuoso verso di te.

Non sostenere mai di essere perfetto o infallibile. Questo mi offrirebbe il pretesto per non seguirti.

Non preoccuparti per il poco tempo che passiamo insieme. È come lo passiamo che conta.

Non permettere che i miei timori suscitino la tua ansia, perché allora diventerei più pauroso. Indicami il coraggio.

Non dimenticare che non posso crescere bene senza molta comprensione e incoraggiamento. Ma non ho bisogno di dirtelo, vero?

Trattami allo stesso modo con cui tratti i tuoi amici: così anch’io sarò tuo amico!

Ricordati, io imparo di più da un esempio che da un rimprovero”.

Testo tratto da: “The King’s Business Magazine”

Lascia un commento

Archiviato in BAMBINI, GENITORI E FIGLI, MATERNITA' E GRAVIDANZA

Dal blog “Come nasce una mamma”

 “Io e mio marito stiamo affrontando un periodo buio e stiamo pensando alla separazione. Come ci dovremmo comportare nei confronti dei nostri figli di 2 e 7 anni?”

Risponde la Psicologa Eleonora Pellegrini.

Cara lettrice,

quello che hai scritto mi fa pensare che state sempre valutando le varie ipotesi tra le quali quella della separazione per adesso sembra essere soltanto una delle tante..giustamente il pensiero primario va ai figli, cosa dire, quando, come gestire questa situazione di crisi….prevale soprattutto all’inizio il senso di colpa, la paura che i figli subiscano le conseguenze delle scelte e ci soffrano. Le separazioni indubbiamente non sono la cosa che ciascuno auspica quando decide di sposarsi, ma purtroppo sono sempre più frequenti e quello che mi sento di dirti, in base anche alla esperienza con altre donne che vengono in seduta con gli stessi dubbi, è che i figli sono bravissimi a capire se c’è qualche problema in famiglia e non è detta che se non chiedono nulla, non si stiano rendendo conto che la situazione non è serena. Spesso le coppie scelgono di non separarsi, o lo fanno dopo tantissimo per non fare soffrire il figlio. sono spinte da intenzioni nobili, ma i bambini capiscono gli stati d’animo dei genitori anche se non gli viene spiegato nulla, capiscono che le cose non sono più come erano prima, che non c’è serenità..e vedere tra i genitori, anche se in loro presenza non litigano, conversazioni rigide, assenza di affetto, di intesa, fa soffrire i figli ancora di più. È quindi utile ritagliarvi velocemente degli spazi senza i bambini allo scopo di valutare, di parlare e chiarirvi su come vedete la vostra relazione. Essenziale parlare con serenità ai figli, rassicurandoli, nel caso la decisione sia quella di separarvi, che entrambi gli volete bene e che continuerete ad occuparvi di loro con amore, in maniera diversa da come ve ne siete occupati finora, ma con le stesse attenzioni e lo stesso amore. È anche molto importante che i figli sentano che tra di voi nonostante la scelta di separarvi, riuscite a intrattenere dei rapporti positivi.

Lascia un commento

Archiviato in LETTERE

Come cambia l’assetto della coppia e la vita della donna con la nascita del primo figlio

Foto di Anne Geddes

Foto di Anne Geddes

L’arrivo di un figlio, soprattutto se il primo, porta nella coppia molti cambiamenti: da coppia i due partner devono prepararsi a diventare famiglia, le priorità cambiano, come cambiano anche gli orari e l’organizzazione della giornata. È il bambino che impone le sue routine e tutto giustamente ruota intorno a lui, ai tempi della pappa, della nanna, del riposo.

Se questa nuova riorganizzazione della quotidianità per la coppia è fonte di immensa gioia, per la neomamma può rappresentare anche un momento particolarmente delicato, a causa dell’enorme mole di lavoro ed energia necessaria per l’accudimento del bambino. Le notti insonni, i mille interrogativi che affliggono le neomamme, sono tutti fattori che concorrono all’instaurarsi nella donna di una stanchezza che la affiancherà per i primi mesi. È questo un importante periodo per la coppia, che deve ricostruirsi per trovare nuove modalità organizzative nella gestione pratica della casa, ma anche nuovi stili comunicativi fondati su una maggiore intesa con il partner.

3 commenti

Archiviato in BAMBINI, GENITORI E FIGLI, MATERNITA' E GRAVIDANZA, UOMINI E DONNE

Le difficoltà nell’addormentamento

donna_dorme-300x221

Le persone che faticano ad addormentarsi sono sempre più numerose. Molto più spesso rispetto a qualche decennio fa, si ritrovano in particolare nel sesso femminile difficoltà nell’addormentamento, difficoltà a tenere il sonno e a riposare un numero sufficiente di ore.

Con le conseguenze di dover affrontare con molta fatica e senza la lucidità necessaria una giornata lavorativa.

Quali possono essere i motivi?

Principalmente vengono chiamati in causa lo stress, le emozioni forti, l’uso del computer o della televisione subito prima di andare a letto..tutti fattori che contribuiscono a rendere difficile il rilassamento e un buon riposo.

E allora come si può risolvere il problema dell’insonnia?

Le strategie da seguire sono varie: in primo luogo si dovrebbe utilizzare il letto soltanto per dormire, evitando di lavorarci al computer, parlare al telefono, o anche soltanto guardare la televisione.

Dovremmo poi non pensare che non riusciremo a dormire, e che anche se non dormiremo, riusciremo comunque a riposare. Preoccupazioni e ansie non sono certo le buone alleate per l’accompagnamento al riposo.

Un altro consiglio è quello di andare a letto sempre alle stesse ore, per facilitare l’acquisizione di routine e  girare la sveglia in maniera da non guardare spesso che ore sono, cosa molto frequente nelle persone che non dormono facilmente ma che, oltre a essere inutile, rende ancora più difficile l’addormentamento. Come è utile andare a letto alla stessa ora, importante è anche svegliarsi sempre allo stesso orario, anche se gli impegni della mattina sono diversi: questo porterà a percepire la voglia di andare a letto sempre prima la sera, e più stanchi, e faciliterà il mantenimento delle routine.

È utile inoltre creare delle routine prima di addormentarsi: fare le stesse cose prima di dormire. Se vi piace leggere, potreste dedicare qualche minuto alla lettura, oppure decidere di fare un bagno per rilassarvi, ma è importante che soprattutto inizialmente siano sempre le stesse attività, che vi fanno rilassare. Potrebbe anche essere utile dedicarsi a qualche attività in palestra, o comunque uno sport da evitare nelle ore prima di addormentarsi: la stanchezza fisica rende più facile il riposo.

Queste sono alcune delle strategie per rendere più semplice l’addormentamento, che si rivelano spesso utili per agevolare il relax. Se le vostre difficoltà permangono anche dopo aver seguito questi pratici suggerimenti, è importante comunque non sottovalutare, potrebbero esserci problemi correlati ad eventuali stati depressivi, o a difficoltà legate a forti stress o ansie, da gestire con l’ausilio di uno specialista.

3 commenti

Archiviato in DISTURBI D'ANSIA, ETA' SENILE, UOMINI E DONNE

Il cambiamento della mamma single

mamma-single

L’aumento delle mamme single

Anche nel nostro Paese cresce il numero delle mamme single, intese sia come tutte quelle mamme che si separano dal compagno in seguito alla nascita di un figlio, sia come le donne  che se ne separano in gravidanza, scegliendo di non dare al bambino il nome del padre.

Cambia la “qualità” delle mamme single

Ma se rispetto a qualche anno fa aumenta la quantità delle mamme single, dobbiamo anche sottolineare come ne cambia la “qualità”: le mamme single non sono più le mamme considerate “sfortunate” come venivano considerate una volta, “abbandonate” e relegate a una situazione di solitudine e compassione. Le mamme single oggi sono persone piene di risorse, sono donne spesso giovani, che non si lasciano spaventare da una separazione e che spesso, passato il primo momento di “turbolenza” e difficoltà nelle decisioni rispetto al bambino, si rimboccano le maniche e, armate di coraggio e pazienza, si ricostruiscono, per il loro bene e il bene del figlio.

Spesso si tratta di separazioni difficili,  gli accordi relativi alla gestione del figlio non sempre sono  facili, e nella maggior parte delle situazioni c’è difficoltà a trovare intesa e collaborazione con il partner. E anche quando sono state definite le norme per la gestione del figlio, non è sempre detta che da parte dell’ex compagno tali compromessi vengano rispettati. Quante volte ho sentito le mie pazienti single lamentarsi a causa delle mancate restituzioni dei figli alle ore stabilite, quante volte ho sentito disaccordi e incomprensioni su tantissimi aspetti: dalle vaccinazioni, alla gestione dei colloqui con le insegnanti, all’alimentazione da fare seguire al figlio..le questioni su cui le persone possono sentirsi in disaccordo sono moltissime e purtroppo, in particolare nella fase iniziale della separazione, dove i rancori spesso sono sempre in agguato, vengono usate e strumentalizzate per fare ripicche al partner.

E allora come fare per organizzarsi al meglio?

Ma non è certo questa situazione a spaventare le mamme single di oggi. Basta un filo di organizzazione e un po’ di pazienza, e il gioco è fatto.

La prima cosa su cui concentrarsi è la spiegazione ai figli della separazione e del nuovo assetto della famiglia. Occorre scegliere un momento ad hoc, una situazione in cui mamma e figlio sono tranquilli (perché no..l’ideale sarebbe insieme al compagno), stando bene attente a non criticare (in maniera esplicita ma anche implicita!!) i comportamenti dell’ex compagno. È difficile spesso, ma ricordiamoci che se ha deluso  noi, cerchiamo almeno di non far deludere anche nostro figlio. La questione più importante che va sempre sottolineata è la questione dell’affetto: qualsiasi spiegazione venga data al bambino, qualsiasi siano le cause della separazione, il bambino deve sapere che sia la mamma che il babbo gli vogliono bene e che non saranno i nuovi assetti familiari, non saranno le nuove case a diminuire l’amore per lui.

Degna di riflessione è anche la gestione poi nella quotidianità del bambino: senza un partner per la mamma l’organizzazione sarà più difficile, ma certamente non impossibile. Con il figlio è necessario dimostrarsi ferme nelle decisioni e, al momento giusto, mettersi da parte, rinunciando, ad esempio, a una giornata di shopping o a un tè con le amiche. È utile anche cercare l’aiuto degli altri, siano parenti o amici, che non rappresenta certo un segno di cedimento. Accompagnare il bambino a scuola, portarlo alle attività, aiutarlo a fare i compiti, sono tutti impegni che difficilmente una mamma da sola specialmente se lavoratrice, riuscirà a fare. Non c’è da vergognarsi quindi né da sentirsi in colpa se scegliamo di rivolgerci ad aiuti esterni come babysitter, asili, o persone che hanno piacere di aiutarci. Questo consente al bambino di stabilire anche altre relazioni importanti e a noi di riuscire ottimamente nella gestione di famiglia, casa e lavoro.

 

Lascia un commento

Archiviato in GENITORI E FIGLI, MATERNITA' E GRAVIDANZA

Valenze emotive del ballo

Natalia_Titova_e_Samuel_Peron

Nel ballo si ritrovano moltissimi significati soggettivi e valenze personali, soprattutto nei balli di coppia, i quali si fondano su una perfetta intesa con il partner.

La danza è infatti ritenuta una esperienza formativa, poiché oltre alla possibilità di migliorare la resistenza e il tono muscolare, concorre a formare la propria identità migliorando la nostra relazione con gli altri. Ballare aiuta infatti a essere più sicuri, aiutandoci anche a percepire la musica, il ritmo e una intesa fisica con il partner. Sono tantissimi i balli di coppia: dal cha cha cha alla rumba, dalla salsa al tango argentino, e per ogni danza i movimenti sono diversi, le affinità richieste sono diverse, e impariamo con la musica a rispettare gli spazi e i tempi insieme al nostro partner, a condurre e a essere condotti.

Ballare libera la mente, conduce in una dimensione in cui ci sentiamo fusi con un’altra persona e non necessariamente in una fusione “amorosa”, ma relazionale.

4 commenti

Archiviato in UOMINI E DONNE

Nonni e nipoti adolescenti

Il tempo delle mele

Il tempo delle mele

Una delle relazioni di cui si discute meno è quella dei nonni con i nipoti adolescenti. Si parla dei rapporti con i fratelli, i genitori, gli zii e le zie, ma spesso il rapporto con i nonni è uno dei principali per i nipoti, e, soprattutto in adolescenza, continuano a venire ritenuti tra le principali figure di riferimento.

Facendo un confronto con qualche decina di anni fa si nota una evoluzione economica e sociale che ha portato profonde trasformazioni nella vita della famiglia. Oltre al sostegno economico per le famiglie sempre più in difficoltà, i nonni talvolta si trovano ad affrontare la trasmissione dei valori tra le generazioni con gran difficoltà specie con nipoti adolescenti.

Spesso i nonni sono quindi un validissimo aiuto sia per i genitori, mostrandosi come esempio, che per i nipoti, porto sicuro per confrontarsi con persone di famiglia ma che non siano i genitori, con cui nell’adolescenza si possono avere rapporti difficili.

Lascia un commento

Archiviato in ADOLESCENZA, BAMBINI, ETA' SENILE